Buon sobrio Natale a tutti

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Anche per quest’anno il Natale è passato. Il Natale per eccellenza, il giorno della nascita di Gesù il Cristo Salvatore,  posto al 25 di Dicembre per coprire quella che probabilmente era la festività più antica e sentita nel mondo pagano, legata all’equinozio d’inverno all’allungarsi delle ore diurne  che manifestavano la “rinascita” del Sole, il datore di vita e primo dio di ogni religione arcaica.
Una festa che da religiosa ha assunto, specialmente dal dopoguerra, un aspetto principalmente commerciale, divenendo una corsa al regalo più costoso e appariscente, mentre la stessa storia della nascita del Cristo serviva solo da fondale per gli spot pubblicitari, mentre il ruolo di protagonista veniva preso da un anziano signore sovrappeso e con una grande barba bianca, completamente vestito di rosso e che sappiamo essere un impiegato della Coca Cola, la multinazionale americana delle bibite gassate.
Ma questo Natale 2012  potrebbe aver segnato un’inversione di tendenza, o almeno una traccia da seguire per alcuni anni, perché è stato un Natale molto più sobrio e minimalista, ad immagine del governo tecnico che l’ha prodotto.
Sono i giornali di questa mattina a raccontarci della caduta verticale dei consumi e dipingono quello appena trascorso “il Natale peggiore degli ultimi dieci anni”, almeno sotto il profilo dei consumi, ospitando le lagnanze delle associazioni dei commercianti, che lamentano un giro d’affari crollato del 20% rispetto agli anni passati.

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Non sarebbe neanche servito il Natale, in realtà, per capire quanto la crisi economica e l’imposizione fiscale ormai a limiti intollerabili abbiano colpite le tasche degli italiani, un popolo ormai allo stremo, ma la cosa ancora più grave è che le medie pubblicate sui quotidiani non riescono a dar conto di una situazione che è ancora più drammatica di quella che possono descrivere le statistiche, quella di sempre più famiglie e individui che al di là di consumare meno non riescono ormai protio a consumare nulla, come dimostrano le file alla mensa della caritas e delle altre istituzioni caritatevoli. Una realtà che appare lontanissima dalla visuale dello stesso sobrio ed elegante governo tecnico (nonostante la presenza tra i suoi ministri di Andrea Riccardi, che invece di queste cose ne sa molto) che non intende minimamente recedere dalle politiche recessive intraprese.
A questo punto è facile prevedere un 2013 non molto diverso dall’anno che stiamo lasciando, considerando che dalle prossime elezioni con tutta probabilità non uscirà un partito o una coalizione chiaramente vincente e con una maggioranza solida che gli possa garantire di governare con la necessaria tranquillità e che la riedizione del governo tecnico a guida Mario Monti, voluta dai poteri forti nazionali e internazionali, sembra inevitabile.

Agli italiani allora non resta che pregare, così almeno le radici autentiche delle festività di fine anno saranno rinverdite, sperando nel miracolo!